A quanto pare questo 2018 appena nato sarà l’anno dei reboot. Ed è proprio così che comincia il nuovo anno. L’1 gennaio è uscito nelle sale il sequel di un cult degli anni ’90 che è ormai entrato nella storia, Jumanji. Jumanji 2 recensione
Il film di Joe Johnston, uscito nel 1995, anche grazie all’interpretazione, ormai indimenticabile, di Robin Williams è diventato un fenomeno cinematografico che non solo ha fruttato diversi milioni di dollari ma è anche entrato di diritto nell’immaginario collettivo.
Quando è stata annunciata l’uscita nella sale di un sequel di Jumanji, come era prevedibile, sono molti quelli che hanno storto il naso. Un reboot è sempre guardato con sospetto, figuriamoci se a essere toccato è qualcosa che amiamo sin dall’infanzia. Sin dai primi taiser però è stato possibile capire che davanti a noi avremmo avuto qualcosa di nettamente diverso rispetto all’originale. Per vedere se in bene o in male è stato necessario appurare attraverso la visione di questo film.
“Un gioco che troverà sempre il modo di essere giocato” Jumanji 2 recensione
Fare un buon remake non è mai facile. E’ inevitabile che ci sia la tendenza a mettere a confronto il nuovo prodotto con il suo antenato. Questo avrebbe potuto stroncare sul nascere il film e renderlo un fiasco completo. Quello che mi sono trovata davanti andando al cinema invece è stato qualcosa di completamente nuovo. Sempre Jumanji ma qualcosa di diverso. I produttori di questa pellicola hanno evitato di mettersi in competizione con il film di Joe Johnston, anzi. Hanno preso il finale aperto del ’95 e da questo hanno sviluppato un’idea carina e nel complesso godibile.
Jumanji – Benvenuti nella giungla più che volersi accaparrare il pubblico dei nostalgici ha come progetto quello di attirare le nuove generazioni. Così, quello che era un gioco da tavola si trasforma in un videogioco. Le regole sono sempre quelle ma le modalità cambiano. Jumanji 2 recensione
La prima grande differenza con l’originale è l’ambientazione. Ci viene presentata per la prima volta la giungla, facendoci vedere qualcosa che prima avevamo potuto solo immaginare. Quello che prima era un film più introspettivo e dark ora diventa un film d’avventura. Pieno di inseguimenti e lotte, contro quei nemici dalla quale si sarebbe potuto solo scappare se fossero stati catapultati nuovamente nel mondo reale. Gli autori giocano molto su questa differenza, inserendo nella storia gli elementi tipici dei videogame inserendo vite extra e game over, cutscenes e personaggi non giocanti che interagiscono con i protagonisti/giocatori nel loro percorso verso lo scontro finale.
L’elemento comico è essenziale
Questa volta i protagonisti non sono costretti ad affrontare gli ostacoli solo grazie alla loro scarsa potenza ma hanno l’opportunità di mettersi in gioco attraverso gli avatar che hanno scelto. Questo da la spinta ai quattro protagonisti per cimentarsi in qualcosa che con i loro veri corpi non avrebbero mai pensato di fare, portandoli non solo a migliorarsi ma anche a capire i diversi punti di vista. Ovviamente è anche un modo per dare un carattere molto più comico rispetto al film originale. Così il nerd gracilino si accaparra il corpo possente di Dwayne Johnson, lo sportivo quello ben più goffo di Kevin Hart, la superficiale Bethany in quello robusto di Jack Black e l’intellettuale Martha nel corpo, e gli abiti, da esploratrice di Karen Gillan. Jumanji 2 recensione
Nel complesso quindi si può dire che questo film è qualcosa che consiglio. Non solo perché riporta alla mente la nostra infanzia ma anche perché presenta qualcosa di divertente e simpatico. Un buon modo per passare due ore della nostra vita.
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