Cercando Itaca di Sergio Basso è un capolavoro; un manifesto dell’antico, non solo di Calabria ma di noialtri. Un metafisico Ulisse – Nessuno come Omero – è quindi un tutti: un emigrato, un naufrago, un eroe che incontra Arianna, che oniricamente ritrova il suo filo rosso, inconsciamente sperduto. E così alla ricerca della propria identità la protagonista, Giulia Petrungaro, nel suo risveglio calabro trova a seguito la sua capretta ereditata ed il suo alter ego introspettivo nato dal conflitto con il proprio sé: Ulisse, interpretato da Eugenio Mastrandrea.
Arianna è una giovane donna, ribelle e sognatrice che è costretta a ritornare in terra natia per la scomparsa del suo unico affetto scomparso; la trama dimostra che si può fuggire lontano ma mai realmente da se stessi cosí ognuno segue il proprio Nostos in quanto ognuno è eroe della sua storia. Così affonda il dualismo onirico della protagonista di Cercando Itaca tra mito ed origini in una Calabria tra Scilla e Cariddi, eroismi perduti, barconi tra i fondali, migranti sacrificali ed un sud Italia, arso dalla politica e svuotato da intelligenze che hanno bisogno di uno stipendio. Sebbene la pellicola racconti il coraggio di rimanere, ancorati al proprio sé; investe nella retorica quotidiana che metaforicamente eguaglia il fenomeno dei pesci abissali che trasalgono le correnti per spiaggiarsi poi tra Cannitello e Punta Pezzo, coste reggine. Sergio Basso, incanta tra regia, sceneggiatura, scenografia, fotografia ed incastona in questa pellicola un estratto di vita che solo chi è mare ne fa vita, senza cui respiro non è possibile esistere. In Cercando Itaca Ulisse rappresenta il risveglio per il naufrago che non sa in quale porto andare ed Arianna l’alternativa che ricorda le sue origini e sceglie di restare. È un film dentro al film in cui l’uomo è Ethos, Pathos e Logos.