Fisico statuario, simpatia a go-go, e talento… tanto. Barnaba Bonafaccia rappresenta l’essenza stessa dell’attore. barnaba bonafaccia attore
Dinamico, duttile, concreto, innamorato della sua professione, con quel guizzo a tratti eclettico, tipico dell’artista per eccellenza, è una promessa del panorama teatrale e cinematografico odierno.
Cinemondium lo ha intervistato per voi. Ed ecco cosa ci ha raccontato.
Studio e lavoro matti… e disperatissimi!
“Tutto è iniziato quando avevo 15 anni – dichiara Barnaba – Ero un ragazzo molto timido, e mia madre decise di iscrivermi a sorpresa a un corso di recitazione a Rieti.
Certo, la timidezza è rimasta comunque una sfaccettatura del mio carattere, che maschero molto bene. Non posso dire che col teatro sono cambiato. Si possono acquisire delle basi, delle sicurezze per gestirla nel migliore dei modi. Ma sono quello di sempre.
Sono andato avanti col corso fino al liceo. Dopo mi sono trasferito a Roma e ho proseguito i miei studi con la scuola di recitazione Fondamenta. Due anni bellissimi, di cui conservo ancora ricordi indelebili. Professionalità, serietà e passione allo stato puro. Valori che mi sono stati trasmessi e di cui faccio tesoro tutt’ora.
L’incontro che, poi, più di tutti mi ha segnato è stato quello con un attore e regista che reputo un grande professionista: Duccio Camerini.
Da giovanissimo ho preso parte a diversi spettacoli al suo fianco. Mi ha aiutato molto. Anche perché all’interno della sua compagnia ho fatto sia l’attore che l’aiuto regia.
Perciò ho avuto modo di approcciarmi anche ai meccanismi di studio, capire come lavorano i professionisti.
Ho assorbito tanto, mi sono formato più lavorando che studiando. Conta sempre quello che si mette in pratica“.
E proprio con Camerini, ha solcato i palchi di tutta Italia con gli spettacoli Risorgi, I miraggi intorno a Michele Besso, Orfè il poeta, Antonio e Cleopatra e io, Prove di guerra tra Antonio e Cleopatra, e per il cinema lo ritroviamo in La strada spianata.
Non solo. Tra le opere teatrali che lo hanno visto protagonista, ricordiamo anche Carta Straccia, all’OFF/OFF Theatre di Roma, insieme a Pino Strabioli e Sabrina Knaflitz.
Lodevole, inoltre, la sua partecipazione ne L’altra infanzia di Giuseppe D’Aquino, “regista di grande sensibilità, che mi ha insegnato davvero molto“.
Il docufilm, in concorso a Cannes nel 2017, vanta la presenza di Carlo Delle Piane, tra le colonne portanti del cinema italiano, spesso al fianco di Totò, Aldo Fabrizi, e tra gli interpreti di Guardie e Ladri nel 1951.
“Da ogni persona che ho incontrato ho imparato qualcosa – continua Barnaba – come accade nella normalità. Maestri, persone anche al di fuori del mondo dello spettacolo: un arricchimento continuo. Tanti piccoli tasselli che fanno di me quello che sono adesso.
Modelli? Di attori del cinema americano che ammiro ce ne sono moltissimi. Al Pacino, solo per fare un esempio. Per non parlare in Italia: Pierfrancesco Favino, Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Elio Germano.
Il livello di talento per quanto riguarda gli interpreti della mia generazione, nel nostro Paese, si è alzato parecchio“.
Futuro: sogni e progetti barnaba bonafaccia attore
Barnaba Bonafaccia, nonostante i traguardi raggiunti finora, non smette di sognare: “Crescere, continuamente. Spero che la mia carriera non si fermi. Voglio continuare a vivere di questa passione. Sogno, inoltre, di lavorare con registi e attori che stimo molto.
E se imparassi bene l’inglese, vorrei mettere piede in un set internazionale. Bisogna crederci sempre. È la spinta per andare avanti“.
Ma non solo recitazione nella sua quotidianità: “Sono anche uno sportivo. Pratico sport da quando ho 5 anni. Ho iniziato con le arti marziali, poi ginnastica artistica.
Sono stato insegnante di acrobatica, perché ho fatto anche l’acrobata. Sono stato personal trainer, e ancora oggi mi alleno tutti i giorni tra corsa, palestra e pugilato.
Lo sport è disciplina e sta alla base di tutto. Aiuta a crearsi una struttura mentale. Abitua all’impegno e al sacrificio. E per fare l’attore serve comunque dedizione, studio e preparazione fisica“.
Prima del lockdown a causa dell’emergenza Coronavirus, ha girato una piccola parte nel film Occhi blu, opera prima di Michela Cescon, con protagonista Valeria Golino.
E a proposito dello stop relativo al mondo dello spettacolo, da cui ne è scaturita una crisi alquanto profonda, sostiene: “Il nostro mestiere è altalenante. C’è quando lavori, e quando no. Io sono ancora in un periodo in cui ‘sto cercando di…’, fatto di ansie, fallimenti, paure. Insomma, viviamo in un ambiente un po’ particolare.
Sicuramente usciremo a testa alta dalla crisi generata dall’emergenza Covid. Le produzioni cinematografiche stanno ripartendo rifacendosi alle nuove leggi. Lentamente ci riprenderemo alla grande.
D’altronde, questo fermo ha generato una forte energia. Si ha voglia di fare, anche se il mondo dello spettacolo è proprio l’ultima ruota del carro.
Anche il teatro sta attraversando una fase drastica, è il settore più colpito. Speriamo che entro pochi mesi possa ripartire“.
Idee chiare, tenacia a mille. Se volete saperne di più sui progetti e sulle potenzialità innate di un prodigio dei giorni nostri, seguitelo sui social!
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