È uscita l’8 marzo. Si tratta di una commedia che attraversa l’Italia in lungo e in largo. Vengo anch’io Nuzzo Di Biase
Vengo anch’io sancisce il debutto come registi e sceneggiatori di Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, coppia di comici (nel lavoro come nella vita) ormai collaudata.
Trama Vengo anch’io Nuzzo Di Biase
Corrado è assistente sociale presso un centro per minori svantaggiati di Segrate, ma a sua volta ha un problema: è dipendente dagli psicofarmaci, tanto da essere licenziato.
Dovendo partire, decide di accompagnare Aldo, affetto da sindrome di Asperger, dal suo vero padre a Pescara.
Per risparmiare sul viaggio, i due portano con sé Maria, che vanno a prendere fuori dal carcere, e che deve incontrare al porto di Brindisi la figlia Lorenza, atleta nel canottaggio femminile.
In verità Corrado, in segreto, progetta di concludere la sua avventura con il suicidio, ma il tragitto riserverà a tutti diverse sorprese e li obbligherà ad aprirsi con gli altri pur di “sopravvivere”, lasciando alle spalle dubbi e insicurezze.
I personaggi
Vengo anch’io è una commedia che, nonostante il classico finale positivo, disorienta senza nauseare, perché impregna l’ironia con una sana dose di scorrettezza politica.
Gli esempi sono molteplici. Tra questi, il ragazzo con Asperger che, come Ciccio Ingrassia in Amarcord, sale su una pianta e rifiuta di scendere finché non gli sarà offerto di fare sesso.
Oppure Maria, che, all’uscita dal carcere, riceve indietro, come John Belushi in The Blues Brothers, i propri oggetti personali, che comprendono un trio di sex toys, tra cui un vibratore che poi userà per arricciare i capelli.
Escludendo Corrado che non pensa ad altro che alle sue pasticche, e vuole a tutti costi farla finita, l’unica a credere in qualcosa è la figlia della protagonista, Lorenza, che segue i valori dello sport, gli stessi che, però, criticano cinicamente gli altri personaggi, sua madre su tutti. Vengo anch’io Nuzzo Di Biase
C’è quindi un tentativo di sporcare i personaggi, rendendoli meno limpidi e più simpatici.
Non eroi del quotidiano, ma canaglie che si arrangiano quanto più possibile, situate all’interno di una famiglia “per scelta” in cui tutti sono “loser”.
Comicità “eccessiva”
Nessun tormentone musicale consacra Vengo anch’io, intriso di neutralità nonostante si appoggi al già rodato affiatamento tra Nuzzo e Di Biase, nati e cresciuti a Zelig e sotto la buona stella della Gialappa’s Band.
Bisognerebbe, infatti, puntare su guest star già presenti come Ambra Angiolini, Vincenzo Salemme, Aldo Baglio (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo) e Francesco Paolantoni.
Si distoglierebbe così l’attenzione da uno dei problemi principali della pellicola: i protagonisti non riescono a uscire dai loro tipi comici dando realmente vita ai propri personaggi.
E questo va bene se si parla di televisione. Ma per il grande schermo, forse è fin troppo riduttivo.
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