Il giovane Karl Marx è un film del 2017 diretto da Raoul Peck, con August Diehl nel ruolo del protagonista.
È stato presentato fuori concorso al Festival di Berlino 2017. E in Italia è uscito nelle sale il 5 aprile 2018.
La trama
Verso la metà del diciannovesimo secolo, l’Europa è in fermento. In Inghilterra, Francia e Germania i lavoratori scendono in piazza per protestare contro le pessime condizioni di lavoro nelle fabbriche.
Anche gli intellettuali partecipano alla rivolta. Tra questi, il tedesco Karl Marx, che a soli 26 anni è costretto a rifugiarsi a Parigi insieme alla moglie Jenny.
Qui conosce Friedrich Engels, che, nonostante provenga da una ricca famiglia di industriali, simpatizza con le sue idee rivoluzionarie. Karl Marx film trailer
Fra i due ragazzi nasce una solida amicizia. Insieme riescono a conquistarsi la stima e il rispetto dei capi dei movimenti dei lavoratori, diventandone leader a loro volta.
Il personaggio Karl Marx film trailer
Si tratta di una pellicola dal forte valore pedagogico, appartenente al genere delle grandi biografie storiche, delle agiografie laiche con interpreti di tendenza.
Al centro un uomo la cui vita il cinema non era mai riuscito a raccontare.
Karl Marx diventa, per la prima volta, il protagonista, proprio nel film di Raoul Peck, grazie al corpo e alla voce di August Diehl.
A lui il compito di rappresentare Marx come uomo prima che come filosofo, come artista prima che come teorico.
Sottolinearne le arrabbiature, gli innamoramenti, le umiliazioni, gli stati si ebbrezza, come se si stesse parlando di una persona comune.
L’ideologia
Il marxismo, o meglio, il neomarxismo, è una delle correnti di pensiero più in auge in questo periodo.
Filosofi come Slavoj Zizek o Alain Badiou si considerano apertamente marxisti, a maggior ragione dopo trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino.
Esserlo, quindi, diventa un modo di opporsi all’aggressività del capitalismo globale e all’arretramento delle democrazie occidentali.
La regia
Non è un caso, pertanto, che dietro la macchina da presa ci sia Raoul Peck, regista militante haitiano che, dopo anni di clandestinità cinematografica e militanza documentaristica, si è dedicato finalmente a un prodotto storico.
La vita di Peck, di certo, è stata complessa. Nato ad Haiti, cresciuto a Berlino, vissuto in Congo, è un cosmopolita.
Un’esistenza avventurosa, come la sua filmografia, altrettanto imprevedibile ma impegnata.
Già l’anno scorso, rifacendosi alla narrativa di James Baldwin, è entrato con forza nel dibattito sul razzismo e sulla disuguaglianza tra bianchi e neri nella nuova America negli anni Duemila.
La critica
Il giovane Karl Marx non avuto un’accoglienza dignitosa. L’aggregatore di recensioni online, Rotten Tomatoes, riporta una percentuale di gradimento del 55%, basata su 33 recensioni di critici specializzati, con una media complessiva di 5.9 su 10.
Su Metacritic, la pellicola detiene un punteggio “mediamente favorevole” di 63 su 100, basato su 13 recensioni di critici specializzati.
Diverso, è stato, invece, il giudizio di Diego Fusaro, studioso del pensiero di Marx.
Il lungometraggio, infatti, ricostruisce in modo pertinente la vita del giovane filosofo, e racconta “la genesi del suo pensiero dinamitardo e le perigliose vicende che caratterizzano la sua esistenza, sregolata ed essa stessa vocazionalmente ribelle“.
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